Fa’ più spesso quello che ti rende felice

  • Gennaio 8, 2020
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Non ho ancora compilato la lista dei buoni propositi per il nuovo anno.

Sono un noto procrastinatore e quindi meglio tardi che mai.

Ho tenuto fede all’unico proposito che mi ero imposto, non sparlare più di nessuno, per qualcosa come 20 minuti: eravamo da poco entrati nel 2020 e qualcuno non coglieva una battuta che era stata servita su un piatto d’argento per prendere in giro uno dei partecipanti al veglione: ho dovuto cedere! Non sarei comunque resistito. Mi sono sentito come Chandler:

L’anno scorso avevo espresso il desiderio di leggere un libro a settimana ma non sono riuscito a tenere fede a questo proposito, principalmente perché sono distratto, come tutti ormai, da Netflix e dal cellulare. È molto difficile, almeno per me, stare da solo coi miei pensieri e con un buon libro, ammesso di trovarne uno, senza il bisogno primitivo, impellente, di vedere chi ci ha mandato un messaggio.

Bisogna isolarsi, abbassare la suoneria o lasciare il cellulare in un’altra stanza. O, più semplicemente, spegnerlo!

Tra l’altro, è provato (su di me!) che leggere ti stende, quindi, insomma, è un ottimo modo per conciliare il sonno, o, meglio, per accompagnarci dolcemente verso il mondo di Morfeo.

Luciana Littizzetto ha dichiarato che si sveglia all’alba per concedersi il lusso di leggere quando gli altri ancora dormono: anche io l’ho fatto, ogni tanto, e ho scoperto che, così facendo, i personaggi dei libri vivono per tutto il giorno dentro di me invogliandomi a tornare la sera di nuovo da loro.

Lo stilista Kean Etro, invece, ha confessato in un’intervista di andare al lavoro spesso indossando sotto i vestiti la maglietta con cui ha dormito, in modo da poter riversare nel suo lavoro di disegnatore di moda il suo mondo onirico (il che a me fa subito pensare: ma le  ascelle non te le lavi?!).

La mia amica Nicoletta fa parte di quella schiera di amici che “scegli” dopo i 30 anni, quelle amicizie che sai già che funzioneranno perché si basano sulle affinità elettive (nel nostro caso… il telefilm The O.C.!).

Qualche anno fa ho cominciato a dipingere con gli acquerelli e lei mi ha regalato un bel quadretto con un messaggio dal concetto molto semplice e forte allo stesso tempo, difficile da mettere in pratica: fa’ più spesso quello che ti rende felice.

Il fatto che adesso il quadro sia il primo che abbiamo appeso in casa e stia in bagno significa due cose:

  1. Avevamo chiodi già piantati solo in bagno
  2. Il bagno, come l’ufficio di Fonzie, è un vero e proprio pensatoio.

Per quest’anno vorrei concedermi il lusso di seguire alla lettera il messaggio di quel quadretto.

Mi piacerebbe:

  1. Leggere di più
  2. Disegnare di più
  3. Scrivere di più
  4. Viaggiare di più, sopratutto nei Paesi Bassi (una nazione percorrebile in auto, da cima a fondo, in 3 ore) per conoscere meglio il centro e il Nord Europa, così connesso e così vicino
  5. Parlare di più l’olandese (ma adesso che non si può più chiamare Olanda, come la chiamo la lignua? Paesibassese?) per avere una conversazione che mi faccia andare oltre il buongiorno e per prendere meno botte a kickboxing, così se vado in Sudamerica e mi chiamano maricón non dovrò più ignorarli facendo finta che stiano parlando di Marie Kondo e del magico potere del riordino (Ah, anche tu pieghi le maglie in 3?!) ma potrò finalmente difendermi a modo.
Blog Comments

[…] La challenge, infatti, è stata lanciata il 31 dicembre e ne ho letto sul blog di Austin Kleon. Anche se in ritardo, l’ho fatta lo stesso (eh sì, sono un procrastinatore). […]

[…] perché tempus fugit e anche se la mia escape coach disapprova (“Sì però, Carlo… basta co’sti workshop!”), lo […]