THEY STRETCH A BIT

  • Novembre 16, 2010

Ricorda, quando sei in negozio: tanti indumenti, ahimè, non sono capiti. Quando non sai più come smaronarti dagli indecisi punta su: “Questo ti da più luce”, che non vuol mai dire niente ma smuove, e subito dopo piazza: “Poi lo devi portare tu, io posso solo consigliartelo, ma – tocco finale – prendi quello che senti più tuo”.
Questi sono i fondamentali. Oltre a: cotone cala, jeans cede… E’ la base, e dopo sei a posto.

Forte di questo messaggio di incoraggiamento della Vanna, ho affrontato di petto il mio nuovo lavoro da commessa.
Durato poche ore…

Uno dei primi giorni in cui eravamo qui, in cui, di base, io volevo correre dietro alle libellule, passeggiare sulle nuvole, bere il sole o robe da fiaba così, Francesco mi costringe ad andare da Staples a stampare i c.v. e poi via, a tappezzare la città di Italian seeking for job
Lui, come la storia ci ha poi insegnato, trova subito il lavoro che tuttora svolge, nel negozio di design su Davie Street, io entro in una serie di bar/ristoranti/botteghe più o meno, per la mia memoria che peggiora, tutte uguali e dopo poco, pensando di aver fatto il mio dovere, con la coscienza a posto e soprattutto avendo finito i c.v. stampati, mi siedo su una panchina a leggermi il romanzone che mi ero comperato appena arrivato qui, quando mi squilla il telefono.

Giuro, testuale:

– Pronto?
– Carlo?
– Si…
– Ciao, sono Grace…
– Mmmm, chi sito??? (non così, ovvio, anche perché il tutto si è svolto in inglese, va da sé, ma il tono era quello)
– Sono la ragazza di colore a cui hai appena lasciato il resume, NON CE NE SONO MOLTE IN GIRO… Lavoro da Anti-Hero, la boutique su Cordova Street: ho letto il tuo c.v. e volevo proporti di fare qualche ora da noi… tipo domani?
– (Wow: sole per il resto del pomeriggio!!) Certo!

And off I went.

Anti-Hero è un negozio discount di moda maschile e femminile Made in Italy, ragione che mi ha spinto a entrare e chiedere di poter lasciare il c.v., dato il mio excursus che ha lambito di sponda il settore (anche se, nel sodo, sempre de piegar majete si tratta). Ci sono marche mai sentite (almeno da me, poi le ho cercate su Internet e in effetti si tratta di aziende italiane di tutto rispetto) e taglie campionario, il che crea non pochi problemi di soddisfazione nella clientela canadese, la cui stazza in media corrisponde a una L, sia per le donne che per gli uomini.

Ho pensato, allora, che fosse l’occasione buona per vendicarmi dei soprusi subiti da parte delle commesse di mezza Vicenza che mi confondono da anni le idee con “cede” o “si restringe”, a seconda della taglia che sto provando, che non è mai la mia, che non c’è mai, e che mi costringono sempre a tornare per cambiarla (un dramma che regna in famiglia, e per cui noi fratelli Dal Sasso siamo famosi): “Non mi arriva più”, mi dicono, e io vorrei dirgli, ogni volta: “A parte che il negozio non è tuo, ma porcozzio possibile che non puoi fare un allestimento un po’ più ricco??!!”.

La Vanna è una maga nello sbolognare cappotti di due taglie più grandi a ragazzoni imbambolati che si è intortata per ore (il che crea in me un conflitto di interessi interno che manco Berlusconi, che non so se continuare a volerle bene o a chiamare il Codacons o quale che sia l’authority in carica, simpatizzando col ragazzone di turno), o a vendere occhiali orrendi alle signore a cui non sta bene niente con la scusa di un “Le danno luce” qualsiasi, o a guardare impietosita un maglione che sta sugli scaffali per mesi, per lei bellissimo ma che, secondo lei, non è capito.

E poi Grace mi ha illuminato, spiegandomi la legge di quel negozio: dato che i jeans sono taglia campione e che i canadesi hanno le gambotte cicciose, “digli che poi cedono, they stretch a bit” (AH, MA ALLORA E’ UN VIZIO A TUTTE LE LATITUDINI!!!).

Mi son preparato allo specchio con le frasi tipiche di benvenuto nel negozio, quelle domande a cui il customer è tenuto a rispondere maleducatamente, secondo me (almeno io mi sento maleducato quando un commesso mi dice: Hi, how are you doing? e io dico solo: Fine. Non si può dirgli: And you?, se no non è più finita. How are you doing? equivale al ciao. Allora perché non dire ciao e basta, penso io, così semplifichiamo un po’ queste regole borghesi del cacchio e il mondo è un luogo migliore?).
Mi sarebbe piaciuto avventurarmi in altre balotte, ma dopo qualche giorno di training all’inizio del mese scorso, Grace mi ha fatto sapere che doveva provare altre persone, e che mi avrebbe fatto sapere, come a Matricole, e in pratica da allora non mi ha più richiamato.
L’ho chiamata io molte volte, in compenso, almeno per avere quei pochi soldi che mi deve!
Me li dà questo giovedì.
Alla facciazza!

Così mi son rimesso a cercare e mi son rivolto al Centro Culturale Italiano, per un posto da cameriere.

Blog Comments

ma così mi smascheri! io provo a fare capire che certi occhiali sono orridi sul viso di chiunque nn sia che ne so,la kate moss.. ma queste funghe cocciute non mi ascoltano,ergo.. contente loro!!ricorda dalsa che anche se si vestono di seta,pecoraie rimangono! coco chanel

Della mia carriera di piegamajoni part-time durante l'università ho due ricordi indelebili: i clienti, che quando entrano in un negozio, di creme o di scarpe o di strasse fa lo stesso, regrediscono all'età di lattanti e si mettono letteralmente nelle tue mani, perdendo ogni capacità di giudizio. E l'altro sono le commesse vere, come la tua Vanna. TUTTI dovrebbero venerarle in adorante silenzio e imparare. Altro che università in Cattolica e master Cuoa.

grazie sgrisole.scriveremo un simpatico volumetto che le funghette useranno come bibbia , distribuito col giornale di vicenza a 1,50 in più.lo intitoleremo -cioè hai capito-tipico slang di quelle che sono fikissime..