MOMA / 002

  • Luglio 13, 2010
















Questi tizi dell’arte sono complicati. C’era un quadro di Matisse, “La danza I”, una prova dell’originale, che è all’Hermitage.
Ora, so benissimo che questa è un’annosa questione dell’arte. Come si siano sparpagliati così i pezzi nel mondo è questione a volte poco chiara (guerre, pegni, e tutto il resto) e allo stesso tempo affascinante.
Le restituzioni o gli accorpamenti avrebbero senso, forse, sarebbe tutto ordinato, ma i musei perderebbeo i loro pezzi di punta, viaggiare per arte non sarebbe più come prima, etc.

Ciò che non capisco è come mai all’interno della stessa città i musei non si mettano d’accordo e si scambino dei pezzi, per dare un certo ordine. Non solo trovo dei Picasso per mezza New York (al Met e al MOMA di sicuro, che poi siano anche altrove lo verificherò presto e ve lo saprò dire, o se lo sapete già, ditemelo) ma all’interno dello stesso museo non sono nemmeno vicini! Sinceramente questo mi genera confusione: avrei bisogno, sì, di un po’ d’ordine…

Ma forse l’ordine non appartiene all’arte.

Tre considerazioni finali:
1) Il negozio, che poi sono almeno 3, del MOMA merita un’altra mezza giornata. Libri, quaderni, penne e pennette (non importa che non vada più a scuola da una vita…) e soprattutto oggetti di design tanto inutili quanto meravigliosi (al design è dedicato un piano, di cui non ho però pubblicato qui foto).
2) La femeneta che disegnava per terra incurante degli altri attorno aveva tutta la mia ammirazione. Io non saprei da dove partire.
3) Questo non c’entra nulla col MOMA, ma la Radio City Music Hall è a un tiro di schioppo da lì: una volta uscito ho scoperto che quel giorno era il 70° compleanno di Ringo Starr, che si esibiva lì quella sera (da quel giorno, tra l’altro, la sua batteria è in mostra al MET, mi toccherà andare a vedere anche quella…).