MOMA / 001

  • Luglio 13, 2010

















L’altro giorno ho fatto il figo, e sono andato al MOMA (devo sempre ammortizzare il pacchetto di biglietti alle principali attrattive turistiche di New York comperato coi parenti).
Il MOMA (un acronimo: sta per Museum of Modern Art) è uno dei più importanti musei di New York, uno dei simboli della città al pari del Metropolitan e del Guggenheim. A differenza di questi, e di altri musei forse meno noti ma non meno importanti, non si trova sul cosiddetto Museum Mile, cioé quel tratto di 5th Avenue che costeggia Central Park, lungo, appunto, circa un miglio, che ospita un bel po’ di istituzioni museali (non mi venivano altri sinonimi per non ripetere museo…).
Si trova tra la 53esima e la 54esima, sulla Sesta Avenue.

Il MOMA si occupa, va da sè, di arte moderna (evvai con le ripetizioni). Insieme a raccolte più o meno famose di capolavori dell’arte mondiale che portano i nomi di Picasso, Magritte, Matisse, Cezanne, Pollock, Dalì, Van Gogh, Balla, Boccioni etc. Vi si trovano dei lavori che sicuramente fanno esclamare la fatidica frase “Questo avrei potuto farlo io”, che mi sono astenuto dal pronunciare (anche perché ero da solo, e già parlo da solo di mio sempre…) tranne che in alcuni emblematici casi (vedi baea de fen…).

Non mi intendo moltissimo di arte, ma mi inchino di fronte alla creatività. Se uno si sveglia alla mattina e vuole disegnare di viola, che ne so, un intero palazzo e poi scriverci sopra un 12 gigante perché sono i mesi che ci vogliono per compiere un ciclo di 4 stagioni che ci riportino al principio (di cosa, non si sa, ma mi sto inventando) buon per lui, vuol dire che è nato per fare l’artista, ci credo, e gliene dò credito.

Certo che, pur non avendoli studiati approfonditamente, riconosco di essermi trovato di fronte a capolavori che è impossibile non conoscere. Non che sia caduto in preda alla sindrome di Stendhal (quella sorta di svenimento ed estraneazione che si ha a volte di fronte al genio artistico) ma mi rendevo conto di avere a che fare con alcuni pezzi che hanno fatto la storia dell’arte (ho visto “vibrare” un quadro di Pollock, per esempio…).

Sono entrato stupidamente alle 2 e mezza (di pomeriggio, ovviamente) non rendendomi conto che chiude alle 6, pertanto ad una certa ora ho dovuto correre e, orrore, mi son ritrovato non tanto ad ammirare i quadri per la loro bellezza ma A LEGGERE LE ETICHETTE VICINO ALLE OPERE PER VEDERE SE STAVO PERDENDO UN NOME FAMOSO, giusto per poi dire “ho visto questo e quest’altro” (come è poi quello che sto facendo!).

Aveva ragione Pietro Manzoni con la merda d’artista allora! Ed io sono un esempio del perché la sua provocazione avesse un senso!

Il MOMA, come molti musei, ospita, oltre alla collezione permanente, alcune mostre stagionali. ‘Sto giro c’è anche un approfondimento ulteriore di Picasso (a quanto pare una produzione sterminata, il ragazzo). Come molte istituzioni culturali di New York, poi, vi si svolgono regolarmente conferenze, incontri, approfondimenti, e anche un cineforum di film per fighetti (quelli d’essai, insomma).

Per info si veda il sito.

Blog Comments

Note dell'autonominato maestrino antipatico del blog:
sinonimo di museo: sede o galleria espositiva
nome di Pollock: Jackson – sì, è anche un nome…
un'orecchio va senza apostrofo, bestia!
Che ridere l'esame di estetica, ahahahahahahhhh!