MOLESKINE OF FRIENDSHIP (MY TWO PEANUTS)

  • Gennaio 9, 2011
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Era una notte di Natale buia e tempestosa…

Abbiamo tutti l’amico che ci cambia per sempre, inaspettatamente. Succede il più delle volte in quella meravigliosa età in cui ti pare di essere in vita da ere geologiche, sai tutto te, ti sembra di avere il mondo in pugno, e credi che da grande lo spaccherai: l’adolescenza.

Il mio, oltre alla Vanna, si chiama Pier, è arrivato in classe nostra (della Vanna e mia) quando avevo 16 anni e mi ha insegnato e trasmesso molte cose che mi hanno forgiato.
Tra queste, c’è la lettura dei Peanuts di Charles Shultz.

Naturalmente li conoscevo già; a Vancimuglio ero stato anche abbonato al mensile Snoopy per un anno, quando era comparso in edicola nella seconda metà degli anni ’80 (tutti i falchetti leggono Snoopy-Snoopy!!), ma ero troppo piccolo per comprendere a fondo la complessità e la stratificazione sociologica di Linus (Pier) e della sua coperta, di Lucy (la Vanna), Charlie Brown (io) e degli altri Peanuts, specchio stesso dell’American way of life, e dei sogni infranti della boom generation.
Inutile che ne parli io qui: si è già scomodata gente del calibro di Umberto Eco.

Pier mi ha fatto conoscere tutto ciò, attraverso i libretti BUR che aveva a casa e che, nell’autunno del ’94, ci scambiavamo in classe come fossero una sostanza illegale da provare assolutamente.

Da allora tanta acqua è passata sotto i ponti, l’adolescenza è finita e ha lasciato il posto alla realtà, Pier non fa più parte della mia vita, ma i Peanuts restano: ne ho fatto io stesso una mia eredità personale che ho passato, a mia volta, ad altri amici.

(Dalsino mi ha regalato una spilla di Snoopy, alla mia partenza per il Canada, e proprio oggi lui è partito per l’Erasmus in Svezia: buon viaggio, fratellino!).

I Peanuts sono spesso protagonisti dei regali che porto a casa (il merchandising a loro legato è uno dei più prolifici della storia delle licenze commerciali) e anche a Natale, tramite Babbo Pan, ho fatto pervenire a Vicenza alla Vanna una Moleskine in edizione limitata edita per i loro 60 anni.

Durante le scorse vacanze, in una skypata con Gujo, lui, che non sa tenersi un cecio in bocca e sta al mantenere i segreti come Silvio sta al comunismo, mi mostra il regalo di Natale che mi ha preso e che mi aspetta in Italia: cosa? Ma bravi i miei lettori Sherlock: la Moleskine in questione.

Il 31 dicembre, a 5 minuti dallo scoccare della mezzanotte italiana, arriva il camietto famoso dell’UPS, ormai a tutti gli effetti uno dei protagonisti di questo blog, a portare un pacco per me. Scarto il regalo: è la Moleskine ‘dell’amiciza’, e subito penso che Gujo me l’ha spedita nel frattempo, pentitosi dello svelamento. Ma poi vedo che il timbro postale è antecedente alla nostra conversazione via Skype, in cui l’avevo vista in cam (tipo testimonianza da Brigate Rosse) e poi vedo che c’è un biglietto … e anche Rob e Jimbo hanno avuto lo stesso pensiero!

Ora ne ho due (una ancora virtualmente). Dopo averli ringraziati e con l’occasione aver fatto loro gli auguri, lo scrivo a Gujo, che mi commenta: “Siamo fatti con lo stampo”…
Io penso che è vero, e anche che ormai sì sono passate le ere geologiche: quando una volta avrei riconosciuto sulla busta immediatamente la grafia fraccosa di Rob (quella del biglietto interno), presumo che invece la scrittura che non ho riconosciuto sia di Elena. Ora anche i miei amici hanno una moglie, e uno di loro si rende protagonista di un atto così tipico di una coppia sposata, come quello di delegare l’andare in posta.
Sottolineo che Rob mi ha regalato la mia prima Moleskine, la finezza della vignetta con la parola cambiata e che, in un coordinamento spazio-temporale degno di Ritorno al futuro (quando l’ha spedito non lo poteva sapere), l’immagine di Charlie Brown e compagni intorno all’albero è la stessa che ho inserito io in uno dei miei post di Natale.
Va anche detto che, ahimè, povero Francesco, non gli ho fatto la cioccolata alla vigilia (il Ciobar non è in commercio, in Canada).

Non mi sfugge inoltre, e mi onora allo stesso tempo, che la Moleskine è il simbolo per antonomasia della letteratura di viaggio, portata alla fama da Bruce Chatwin, che vi annotava i suoi appunti.

Io ci ho subito scritto i miei buoni propositi per il 2011.

Blog Comments

lucciconi lagrimosi… auguri a tutti, amici vicini e lontani!

dalsino: ma come se la moleskine la mandavi tu a gujo a Vanna come fa ad essere la setssa in questione da gujo a te? poi si capisce che tutti avevete avuto la stessa idea.

ciaooooooo

COME UN FAMOSO CD DI ALESSANDRO ERRICO..!E COI PEANUTS..NON è FINITA QUI.. PIMPULUM PAMPULUM …