IL BLOG COME CURA

  • Maggio 9, 2010

Questa è (spero sarà) la storia di un brutto anatroccolo che diventa cigno. La storia di un ragazzo (che una volta si sarebbe chiamato uomo…) di 32 anni che non sa chi è, cosa vuole, dove vuol stare, chi sono i suoi amici.

Non sa se si piace.

Un ragazzo, sempre come si sarebbe detto una volta, che ha del potenziale ma non lo sfrutta. Che, cioè, potrebbe ma non vuole.

Fare, brigare, andare.
Fotografare, vedere, incontrare.
Soprattutto scrivere e parlare.

Trincerato dietro silenzi che fanno soffrire lui prima di tutto.

Che, dice, sono ereditari.

E’ davvero così? Perché questo blocco? Perché non riesci ad andare via?

Voglio bene ai miei amici, so che non li perderò, so che loro mi vogliono bene, che sentiranno la mia mancanza così come io sentirò la loro.

Ma non c’è niente che mi leghi qui, al momento. O, meglio, troppo forte è la voglia di partire, in ritardo di dieci anni su tutto il resto del mondo.

Per ritrovarmi.

Arriverà la fine, ma non sarà la fine
E come ogni volta ad aspettare e fare mille file
Con il tuo numero in mano e su di te un primo piano
Come un bel film che purtroppo non guarderà nessuno.

Io non lo so chi sono e mi spaventa scoprirlo,
Guardo il mio volto allo specchio ma non saprei disegnarlo
Come ti parlo, parlo da sempre della mia stessa vita,
Non posso rifarlo e raccontarlo è una gran fatica.

Vorrei che fosse oggi, in un attimo già domani
Per reiniziare, per stravolgere tutti i miei piani,
Perchè sarà migliore e io sarò migliore
Come un bel film che lascia tutti senza parole

Nesli, La Fine