FLY AWAY HOME

  • Ottobre 18, 2010





Correva l’anno 1999 quando la mamma, che è insegnante, diventò ossessionata da un film comperato alle Edizioni Paoline in centro per farlo vedere a scuola (cosa che capita tutt’ora, solo che nel frattempo il VHS si è trasformato in DVD): L’incredibile volo (Fly away home, il titolo originale), con Anna Paquin e Jeff Daniels, uscito 3 anni prima.
Non smetteva più di parlarne, di farlo vedere alle sua scolare, che ne avevano le balle piene (immagino), o di suggerirlo/regalarlo (un’usanza, questa del regalo ripetuto, che data indietro di vent’anni almeno. In casa c’è tutta una letteratura: sono andati tantissimo, negli ’80, Occhi di Topazio, libro donato a tutte le amiche di famiglia/cugine tra i 13 e i 16 anni, e Forza 4, per tutti gli amici di famiglia/cugini tra gli 8 e i 15).
Insomma anche in casa non abbiamo potuto sottrarcene, ed io a mia volta a proporlo ai miei allora nuovi compagni di università, in odore di diventare amici ma ancora io “in prova” con loro, e col rischio di fallire miseramente nel tentativo, dato che non sembravano così entusiasti delle mie merende in cui li costringevo a stare incollati al divano sorbendosi ‘sta roba… Chiedere loro per conferma.

In effetti era un bel film, per me, di quelli da fazzoletto facile (tale madre, tale figlio). La trama faceva più o meno così (sempre grazie di esistere, Wikipedia!): Amy va a vivere con il padre in una fattoria del Canada. Un giorno scopre delle uova di oca canadese, e quando si schiudono si prende cura dei piccoli e fa loro da mamma con un certo successo. Insorgono però dei problemi quando giunge il momento della migrazione. Come insegnare alle oche a volare verso sud?
E così Amy lo fa, coinvolgendo le oche in un gioco emulativo degno di Konrad Lorenz.

Tutto questo mi è tornato in mente ieri, quando mi sono accorto che, per alcuni lunghi minuti, sopra la casa degli orrori stava passando uno stormo di uccelli che, quasi sicuramente, migrava verso sud. Credo fossero oche perché poco so di animali, ma il loro starnazzare era di oca o anatra, non era insomma un cinguettìo.
Non so se fossero oche bianche, dalla foto non pare, anche se erano lontane e non si vede bene, comunque oggi Anna Maria, la signora incontrata da Francesco e me qualche settimana fa, e che ricordo abita lungo il fiume Fraser a sud di Vancouver, ha scritto su Facebook: “Stanno arrivando a migliaia! Le snow geese, oche bianche, dall’Alaska al Ladner Bird Sanctuary per svernare qui” e ha pubblicato le altre due foto che vedete, che ha fatto proprio lei, credo senza neanche uscire di casa!

Ora, non so se si trattasse dello stesso stormo (se così fosse, non andavano poi tanto a sud, allora.. Io pensavo Florida o Centro o Sud America!), ma la coincidenza mi pare bella, no?

***

Qualche giorno fa il papà mi ha spedito l’ultima foto di questo post.
Trascrivo il testo dell’email che l’accompagnava, perché parla da sola, e riassume i pensieri che ritrovo nella mia testa in tante ore che passo a pensare, qui:
“Allego una foto, dei monti che si vedono qui da casa, in particolare il Cornetto e sullo sfondo il Coni Zugna, esattamente come si vedono dalla finesta di quella che è stata la tua camera nei pochi giorni in cui sei rimasto qui. Guardala, non per sentire troppo la nostalgia, ma per sentirti sempre con le radici piantate nel luogo dove sei nato, ovunque tu sia e vada”.

E i monti assomigliano a quelli di qui.

***

Dato che ho inserito una foto della C.d.o. (Casa degli Orrori), vi aggiorno sulla situazione abitanti.
Ora siamo così messi: 2 italiani, 1 tedesco, 1 cino-portoghese, e un nuovo acquisto, 1 brasiliano (l’unico che non rappresenta in pieno diciamo il lato più, uhm, come metterla?, di sex appeal che l’immaginario collettivo di solito associa al Brasile).
Si chiama Rafael, è qui anche lui con un permesso di vacanza/lavoro, e fa, se non ho capito male, più o meno il manovale.
Si è sistemato in una stanza che ci eravamo scordati esistesse, da quanto raccapricciante, praticamente una nicchia ricavata tra il garage e la lavatrice: per intenderci, è collocato nei pressi del tappeto di cernia.

Blog Comments

mamma che ricordi divanosi di via bellini!…. film melenso ma bello, confermo!

In via Coni Zugna abitava Frasco, giusto?

c'è una foto fake in questa serie….comunque pensavo che il film fosse ambientato in AUSTRALIA